A cura di Rossella Ceccarini

L’ANAC ha reso noto che le interdittive antimafia comunicate al Casellario ANAC hanno avuto un incremento costante tra il 2015 ed il 2022, quando se ne sono contate 1.129 (nel 2019 erano state soltanto 633), con un aumento maggiore soprattutto rispetto al numero di procedure bandite, mentre il totale delle imprese attive si è lievemente ridotto.

Il numero delle imprese interdette è passato da circa una ogni 14.000 nel 2015 ad una ogni 4.500 nel 2022. Nel 2015 c’era un’impresa interdetta al giorno, nel 2022 sono più di tre.

Secondo il Presidente di ANAC Giuseppe Busía, tale dato “dimostra certamente lo sforzo che le Prefetture stanno facendo per fare fronte al fenomeno. Tuttavia, rappresenta anche un campanello di allarme in ragione dell’ampiezza del fenomeno. Ancora una volta, la progressiva digitalizzazione degli appalti, può aiutare a raccogliere in tempo reale elementi utili ad una valutazione complessiva e quindi a rendere più tempestive le verifiche antimafia (…). Per tutta questa attività, come pure per i commissariamenti legati ai fenomeni corruttivi, la collaborazione fra Anac e le Prefetture è da sempre ottima e ha dato prova di riuscire a tenere insieme le esigenze di giustizia e tutela dell’ordine pubblico con quelle legate alla necessità di non interrompere importanti contratti necessari alle amministrazioni per fornire servizi o completare opere pubbliche”.

Inoltre – spiega il Presidente Busía – “quando un’impresa viene raggiunta da una interdittiva antimafia non può proseguire nel contratto pubblico. In altri casi, anche quanto l’interdittiva è stata emessa, le prefetture chiedono ad Anac di verificare se effettivamente il contratto riguarda l’erogazione di un servizio essenziale: in caso di risposta positiva, infatti, la Prefettura può disporre il commissariamento dell’impresa, in modo che il contratto prosegua a vantaggio della collettività, ma sotto la gestione non più dei vecchi imprenditori, ma di amministratori nominati nel pubblico: i commissari prefettizi. La giurisprudenza più recente, anche di carattere costituzionale, ha in parte limitato l’applicabilità di tale istituto, in particolare per quanto attiene al congelamento degli utili, che vengono momentaneamente congelati, e che adesso si è disposto tornino in misura sostanzialmente integrale all’impresa, a meno che non siano oggetto di un diverso provvedimento giurisdizionale”.


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ANAC: IN ITALIA TRA IL 2015 ED IL 2022 SONO CRESCIUTE LE INTERDITTIVE ANTIMAFIA

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