Registro titolari effettivi: il Consiglio di Stato rimette sei questioni pregiudiziali alla Corte UE

Registro titolari effettivi: il Consiglio di Stato rimette sei questioni pregiudiziali alla Corte UE

La Sesta Sezione del Consiglio di Stato, con l’ordinanza n. 8248 pubblicata il 15 ottobre 2024, ha rimesso sei questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia Europea, in ragione dell’estrema delicatezza della questione. Il procedimento è attualmente sospeso nelle more del pronunciamento della Corte di Giustizia e, sino alla decisione, le società non saranno tenute a comunicare le informazioni relative ai titolari effettivi al Registro apposito.

Responsabilità ex d.lgs. n. 231/2001: non consentita l’imputazione coatta dell’ente

Responsabilità ex d.lgs. n. 231/2001: non consentita l’imputazione coatta dell’ente

La Quarta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37751 del 23 maggio 2024 depositata il 15 ottobre 2024, ha affermato che, a differenza di quanto previsto per le persone fisiche, non può essere disposta l’imputazione coatta dell’impresa sotto indagine, sulla base del d.lgs. n. 231/2001, per violazione della normativa a presidio della sicurezza dei lavoratori (nel caso di specie, reato di lesioni colpose con infrazione della disciplina antinfortunistica).

Violazione dei doveri di lealtà e diligenza dell’amministratore: onere della prova per l’azione di responsabilità

Violazione dei doveri di lealtà e diligenza dell’amministratore: onere della prova per l’azione di responsabilità

La Seconda Sezione della Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25260 depositata il 20 settembre 2024, ha enunciato il seguente principio di diritto: “qualora i comportamenti degli amministratori che si assumono illeciti non siano vietati dalla legge o dallo statuto, la condotta dell’amministratore è illegittima se omette di adottare tutte le misure necessarie alla cura degli interessi sociali a lui affidati; in tal caso l’attore ha l’onere di provare tutti gli elementi di fatto dai quali è possibile dedurre la violazione dell’obbligo di lealtà e di diligenza”.

Bancarotta fraudolenta documentale e fraudolenta tenuta delle scritture contabili

Bancarotta fraudolenta documentale e fraudolenta tenuta delle scritture contabili

La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37159 depositata il 9 ottobre 2024, ha ribadito un principio ormai consolidato nella giurisprudenza di legittimità, ossia quello secondo cui, in tema di bancarotta fraudolenta documentale, l’occultamento delle scritture contabili, per la cui sussistenza è necessario il dolo specifico di arrecare pregiudizio ai creditori, consistendo nella fisica sottrazione delle stesse alla disponibilità degli organi fallimentari, anche sotto forma della loro omessa tenuta, costituisce, nell’ambito dell’art. 216, comma 1, n. 2), l.fall., una fattispecie autonoma ed alternativa alla fraudolenta tenuta di tali scritture che, invece, integra un’ipotesi di reato a dolo generico e presuppone un accertamento condotto su libri contabili effettivamente rinvenuti ed esaminati dai predetti organ

Caporalato: sequestro preventivo finalizzato alla confisca e motivazione del periculum in mora

Caporalato: sequestro preventivo finalizzato alla confisca e motivazione del periculum in mora

La Sezione Quarta Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37223 pubblicata il 10 ottobre 2024, ha precisato e chiarito che è legittimo e non richiede una particolare motivazione il sequestro preventivo finalizzato alla confisca del denaro nella libera disponibilità del datore di lavoro che risponda in concorso per il reclutamento messo in atto da caporale.

Reati fallimentari e responsabilità dell’amministratore di fatto

Reati fallimentari e responsabilità dell’amministratore di fatto

La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 36582 del 26 giugno 2024 pubblicata il 2 ottobre 2024, è intervenuta in tema di reati fallimentari ed amministratore di fatto affermando che, in relazione alla bancarotta fraudolenta, i destinatari delle norme di cui agli artt. 216 e 223 l. fall. vanno individuati sulla base delle concrete funzioni esercitate, non già rapportandosi alle mere qualifiche formali ovvero alla rilevanza degli atti posti in essere in adempimento della qualifica ricoperta.

Codice della crisi d’impresa: pubblicato in Gazzetta ufficiale il terzo correttivo

Codice della crisi d’impresa: pubblicato in Gazzetta ufficiale il terzo correttivo

È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 227 del 27 settembre il d.lgs. 13 settembre 2024, n. 136, recante “Disposizioni integrative e correttive al codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza di cui al d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14”, che introduce una serie di modifiche, per tenere conto dei sopravvenuti impegni assunti con il PNRR, con l’obiettivo di migliorare sia l’impatto della riforma in materia di insolvenza in termini di potenziale efficienza, sia l’effettività e l’efficienza del sistema di gestione della crisi e dell’insolvenza.

Imprese e ambiente: pubblicato in Gazzetta il d.lgs. n. 125/2024 sulla rendicontazione societaria di sostenibilità

Imprese e ambiente: pubblicato in Gazzetta il d.lgs. n. 125/2024 sulla rendicontazione societaria di sostenibilità

Il 10 settembre 2024 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 212 il d.lgs. 6 settembre 2024 n. 125, che attua la Direttiva 2022/2464/UE (anche nota come Corporate Sustainability Reporting Directive o CSRD) relativamente alla rendicontazione societaria di sostenibilità, ossia l’obbligo per molte imprese italiane di pubblicare già dal 2025 una rendicontazione di sostenibilità secondo i criteri informativi “Esg”. In particolare, poi, viene esteso l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità alle grandi imprese non quotate dal 2026 ed alle PMI quotate a partire dal 2027. Inoltre, viene abrogata contestualmente l’attuale disciplina nazionale sulle comunicazioni ambientali delle imprese contenuta nel d.lgs. n. 254/2016.

Interdittiva antimafia: omessa dichiarazione e conseguente annotazione nel Casellario da parte dell’ANAC

Interdittiva antimafia: omessa dichiarazione e conseguente annotazione nel Casellario da parte dell’ANAC

La Sezione Prima Stralcio del T.A.R. per il Lazio, con la sentenza n. 15898 pubblicata il 21 agosto 2024, ha stabilito che la notizia segnalata dalla Stazione appaltante all’ANAC – relativa all’omessa dichiarazione di un’interdittiva antimafia, a conoscenza soltanto dell’operatore economico, non essendo al momento della gara riportata nel Casellario informatico – oggetto di successiva e apposita annotazione a cura dell’Autorità, è non solo pienamente conferente con le finalità di tenuta del Casellario informatico, ma anche necessaria e utile quale potenziale indice rivelatore di inaffidabilità dell’operatore economico “annotato”.

Secondo una recente pronuncia della Cassazione la cancellazione della società equivale alla morte del reo

Secondo una recente pronuncia della Cassazione la cancellazione della società equivale alla morte del reo

La Sesta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25648 depositata il 16 settembre 2024, ha affermato che la cancellazione di una società dal Registro delle imprese è equiparabile alla morte del reo ed estingue l’illecito. La pronuncia degli Ermellini ribadisce, quindi, le conclusioni cui era già approdata una parte della giurisprudenza di legittimità, sia pure con la precisazione che è solo l’estinzione fisiologica, e non quella fraudolenta, dell’ente che dà luogo ad un evento assimilabile a quello della morte dell’imputato (Cass. pen., Sezione II, 7 ottobre 2019, n. 41082; Cass. pen., Sezione V, 5 luglio 2021, n. 25492).

Interdittiva antimafia: nuove precisazioni da parte della giurisprudenza amministrativa

Interdittiva antimafia: nuove precisazioni da parte della giurisprudenza amministrativa

CONSIGLIO DI STATO, Sezione III, sentenza n. 7230 del 27.06.2024 pubblicata il 26.08.2024La Terza Sezione del Consiglio di Stato si è pronunciata in materia di interdittiva antimafia in occasione dell’istanza di riforma della sentenza del T.A.R. per la Puglia – Sede di Bari, Sezione Seconda, che aveva respinto il ricorso per l’annullamento dell’interdittiva antimafia adottata dal Prefetto di Barletta – Andria – Trani a carico della società (…).

Responsabilità dell’ente ed incompatibilità assoluta ex art. 39 d.lgs. n. 231/2001

CORTE DI CASSAZIONE, Sezione VI Penale, sentenza n. 34476 del 23.05.2024 depositata il 12.09.2024. La Sezione Sesta della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34476 depositata il 12 settembre 2024, ha stabilito che il giudice, prima di dichiarare inammissibile l’istanza di riesame, deve verificare se l’ente era consapevole, al momento della richiesta, di essere indagato e dunque dell’incompatibilità assoluta del suo legale rappresentante indagato a sua volta per il reato presupposto.

Sequestro preventivo: Risoluzione n. 45 del 2 settembre 2024 dell’Agenzia delle Entrate sugli adempimenti fiscali dell’amministratore giudiziario

Sequestro preventivo: Risoluzione n. 45 del 2 settembre 2024 dell’Agenzia delle Entrate sugli adempimenti fiscali dell’amministratore giudiziario

La Risoluzione n. 45 del 2 settembre 2024 dell’Agenzia delle Entrate si concentra sugli obblighi fiscali dell’amministratore giudiziario in caso di sequestro preventivo ai sensi dell’art. 321 c.p.p. e delle relative disposizioni attuative (artt. 92 e 104) ribadendo e ampliando i chiarimenti già forniti in precedenti documenti di prassi (in particolare con la Risoluzione n. 70/2020 e le Risposte n. 276 e n. 496, pubblicate rispettivamente il 21 aprile e il 21 luglio 2021), gli adempimenti dichiarativi e di versamento a cui è tenuto l’amministratore giudiziario durante la gestione dei beni sequestrati.