Delitto di bancarotta e danno patrimoniale di rilevante gravità

Delitto di bancarotta e danno patrimoniale di rilevante gravità

La Prima Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28009 pubblicata il 12 luglio 2024, ha rigettato il ricorso avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Brescia stabilendo che la circostanza aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità di cui all’art. 219, comma 1, l.fall., si configura se ad un fatto di bancarotta di rilevante gravità, quanto al valore dei beni sottratti all’esecuzione concorsuale, corrisponda un danno patrimoniale per i creditori che, complessivamente considerato, sia di entità altrettanto grave.

Interdittiva antimafia illegittima e risarcimento del danno

Interdittiva antimafia illegittima e risarcimento del danno

La Quinta Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 6010 pubblicata l’8 luglio 2024, nell’accogliere il ricorso proposto da (…) s.r.l., ha riformato la sentenza emessa dal T.A.R. per la Campania stabilendo che, ai fini del risarcimento del danno derivante da provvedimento amministrativo illegittimo, “non è sufficiente il mero annullamento del provvedimento amministrativo, essendo necessario sia fornita la prova sia del danno subito, sia dell’elemento soggettivo del dolo o della colpa della Pubblica amministrazione” (Cons. Stato, Sez. III, 9 aprile 2021, n. 2899; Cons. Stato, Sez. V, 24 maggio 2017, n. 2446; cfr. anche Cons. Stato, Sez. II, 27 ottobre 2021, n. 7190).

Cybersicurezza e responsabilità amministrativa degli enti

Cybersicurezza e responsabilità amministrativa degli enti

È stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 153 del 2 luglio 2024 la l. 28 giugno 2024, n. 90, recante “Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici”, che introduce un ventaglio di temi legati al mondo della cybersecurity: dalla governance agli obblighi di notifica degli incidenti, dai requisiti di cybersicurezza nei contratti pubblici alle preclusioni per l’assunzione di alcune tipologie di professionalità provenienti dal mondo della cybersecurity pubblica e della sicurezza nazionale, dalla normativa 231 fino all’ampia novella sui reati informatici.

Consulente tecnico di parte: compenso per l’opera prestata su incarico del curatore fallimentare

Consulente tecnico di parte: compenso per l’opera prestata su incarico del curatore fallimentare

La Prima Sezione della Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18116 depositata il 2 luglio 2024 ha ribadito il principio secondo il quale l’opera prestata dal professionista su incarico del curatore fallimentare, nella qualità di consulente tecnico di parte in un procedimento civile, esula da quella pertinente alla figura del coadiutore di cui all’art. 32, comma 2, l.fall. e s’inquadra, piuttosto, in quella relativa alla vera e propria prestazione d’opera professionale, atteso che la curatela fallimentare si avvale del professionista non già per riceverne un contributo tecnico al perseguimento di finalità istituzionali della procedura bensì, non diversamente dall’avvocato cui sia affidata la rappresentanza e difesa giudiziale, per la difesa della massa in un procedimento extrafallimentare che vede la curatela costituita quale parte in causa (Cass. n. 2572/1996).

Interdittiva antimafia: amministratori e soci non sono titolari di legittimazione attiva all’impugnazione

Interdittiva antimafia: amministratori e soci non sono titolari di legittimazione attiva all’impugnazione

La Terza Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 5447 depositata il 18 giugno 2024, è intervenuta sulla questione: “se in materia di impugnazione di interdittive antimafia vada, o meno, riconosciuta, in capo ad ex amministratori e soci della società attinta, autonoma legittimazione a ricorrere, avuto riguardo alla situazione giuridica dedotta in giudizio, e se gli stessi vadano ritenuti soggetti che patiscano ‘effetti diretti’ dall’adozione di provvedimenti di siffatta natura”.

Informativa antimafia nei confronti di persona fisica priva della qualità di imprenditore o di semplice professionista

Informativa antimafia nei confronti di persona fisica priva della qualità di imprenditore o di semplice professionista

La Terza Sezione in sede giurisdizionale del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 5350 depositata il 14 giugno 2024, nell’accogliere il ricorso e riformare una sentenza del T.A.R. per la Basilicata, ha confermato l’indirizzo interpretativo suggellato a più riprese dalla giurisprudenza nomofilattica dell’Adunanza Plenaria secondo cui la persona fisica priva della qualità di imprenditore o il semplice professionista non possono essere attinti da un’informativa antimafia.

Bancarotta fraudolenta impropria da operazioni dolose e inadempimento non sistematico

Bancarotta fraudolenta impropria da operazioni dolose e inadempimento non sistematico

La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22978 del 21 marzo 2024 depositata il 6 giugno 2024, ha chiarito che non rileva, per la sussistenza del delitto di bancarotta fraudolenta impropria da operazioni dolose, la mera circostanza che l’amministratore della società fallita abbia accumulato debiti per scelte errate, dovendo distinguersi l’aggravamento del dissesto conseguente ad operazioni dolose dall’aumento del passivo dovuto a scelte gestionali rivelatesi ex post errate e quindi dovute a comportamenti incolpevoli o anche solo colposi, poiché altrimenti il delitto coinciderebbe con la mera causazione dello stato di insolvenza e sussisterebbe in relazione a tutte le dichiarazioni di fallimento.

Confisca per equivalente del profitto del reato

Confisca per equivalente del profitto del reato

La Sesta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22935 depositata il 6 giugno 2024, ha rimesso alle Sezioni Unite la seguente questione di diritto: “se, in caso di pluralità di concorrenti nel reato, la confisca per equivalente del relativo profitto possa essere disposta per l’intero nei confronti di ciascuno di essi, indipendentemente da quanto da ognuno eventualmente percepito, oppure se ciò possa disporsi soltanto quando non sia possibile stabilire con certezza la porzione di profitto incamerata da ognuno; od ancora se, in quest’ultimo caso, la confisca debba comunque essere ripartita tra i concorrenti, in base al grado di responsabilità di ognuno oppure in parti eguali, secondo la disciplina civilistica delle obbligazioni solidali”.

AML package: le nuove norme dell’Unione Europea per fronteggiare la criminalità finanziaria

AML package: le nuove norme dell’Unione Europea per fronteggiare la criminalità finanziaria

Il 30 maggio 2024 il Consiglio dell’Unione Europea, attraverso un comunicato stampa ha reso nota l’adozione di un pacchetto di nuove norme antiriciclaggio (c.d. AML package) che hanno il compito di proteggere i cittadini dell’UE ed il sistema finanziario dell’UE dal riciclaggio di denaro e dal finanziamento al terrorismo attraverso l’adozione di disposizioni più severe volte a colmare ed armonizzare i vuoti esistenti nel sistema garantendo così che i truffatori, la criminalità organizzata e i terroristi non abbiano più spazio per legittimare i loro proventi attraverso il sistema finanziario.