A cura di Domenico Tammaro

Al caos dell’ultimo mese, si è aggiunto il report stilato dalla commissione bicamerale antimafia sulle condizioni dei beni sottratti alla criminalità. Dal risultato inquietante, ma non a sorpresa, per chi di materia antimafia ne mastica, anche solo poco.

Era una voce degli addetti ai lavori, ora, è tutto scritto, nero su bianco. La relazione ci fornisce dei numeri: 18.518 immobili e 2.929 aziende in 2.716 comuni devono ancora essere assegnati. Le cause? I Comuni lamentano una totale mancanza di informazione riguardo gli immobili disponibili al riutilizzo ad uso sociale (l’elenco dei beni si trova però sul sito Open Re.Gi.O). Difatti, dall’entrata in vigore della legge Rognoni-La Torre (1982) sono stati sequestrati e/o confiscati 36.000 beni immobili: il 48% è stato destinato a finalità istituzionali e sociali ma per circa metà rimane ancora da decidere cosa farne.

Le aziende confiscate sono invece 4.384: il 34% è già stato destinato alla vendita o alla liquidazione, all’affitto o alla gestione da parte di cooperative formate dai lavoratori. La maggior parte però, il 66%, è ancora in gestione all’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati. Nonostante siano numerose le norme che accompagnano queste aziende nel processo di [ri]legalizzazione – indispensabile –, non sono sufficienti a debellare la diffidenza degli StakeHolders, (fornitori, clienti, intermediari finanziari ecc.) che dinnanzi ad una misura ablativa stentano a dare credito, stentano a credere che i professionisti chiamati dallo Stato ad amministrare queste realtà, siano poi in grado di poterlo fare realmente.

Al di là dei numeri, poi, ci sono le domande. Cosa può essere fatto per efficientare il processo di riutilizzo di questi beni o aziende? Un processo permeato da quelle ideologie che fondano la nostra legislazione antimafia: ridare alla collettività, alla società civile ciò che la mafia e tutte le forme di criminalità le hanno estorto con la forza dell’intimidazione, e che però, oggi, risulta essere ancora debole. Lo dicono i numeri!

EX BENI DI MAFIA IN CERCA D’AUTORE

IL LIMBO DANTESCO DOVE GIACE BUONA PARTE DEI BENI SEQUESTRATI ALLA CRIMINALITÀ
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