Il Tribunale di Vasto, con la sentenza dell’11 dicembre 2024, ha omologato, con cram down fiscale, un accordo di ristrutturazione ex artt. 57 e 63 C.C.I.I., nonostante la mancata adesione dell’Agenzia delle Entrate alla proposta di transazione fiscale, ritenendo che l’accordo di ristrutturazione fosse conveniente rispetto all’alternativa liquidatoria e che l’adesione dell’Agenzia delle Entrate fosse determinante per il raggiungimento della maggioranza del 60%.
LA PRESENZA DELLE MAFIE NEI MERCATI GLOBALI ECONOMICI E FINANZIARI
CNDCEC: PUBBLICATE LE NUOVE NORME DI COMPORTAMENTO DEL COLLEGIO SINDACALE DELLE SOCIETA’ QUOTATE E NON QUOTATE
ADVISORA PER IL SOCIALE FESTIVITA’ 2024-2025

Milano, Napoli, Palermo, Messina, Siracusa, Catania, Reggio Calabria, Roma, Bologna, Firenze, Padova, Santa Maria Capua Vetere, Salerno, Bari, Forlì, Ravenna, Teramo, Torino, Cuneo, Sulmona. Ad ogni socio e componente del comitato scientifico di Advisora è giunto per le festività un “pacco natalizio”, perché mangiare il cioccolato artigianale preparato in un bene liberato dalle mafie, ha un sapore particolarmente buono, giusto e di speranza per un anno nuovo e migliore, per tutti. Ed è un modo per sentirsi vicini, anche se geograficamente distanti.
UIF: PUBBLICATO IL NUMERO 25 “CASISTICHE DI RICICLAGGIO E DI FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO” DELLA COLONNA “QUADERNI DELL’ANTIRICICLAGGIO”
I BENI CONFISCATI ALLE MAFIE COME RISORSA DA REINTEGRARE NEL CIRCUITO LEGALE
IL CONCETTO DI «DECISORIETA’» NEGLI ACCORDI DI COMPOSIZIONE DELLA CRISI DA SOVRAINDEBITAMENTO

La Prima Sezione della Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30529 depositata il 27 novembre 2024, ha affermato il principio secondo cui, in tema di accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento, se il provvedimento si arresta alla fase dell’inammissibilità della proposta non si ha decisione su diritti contrapposti e, dunque, non si è in presenza di un provvedimento avente il connotato di decisorietà necessario ai fini del ricorso straordinario di cui all’art. 111 Cost; se, invece, il provvedimento riguarda il reclamo sul diniego di omologazione, allora la situazione muta radicalmente, perché quel provvedimento integra una decisione su diritti soggettivi contrapposti resa nel contraddittorio e diviene, come tale, suscettibile di stabilizzazione equipollente ad un giudicato c.d. allo stato degli atti.
ASSONIME PUBBLICA LA RISPOSTA ALLA CONSULTAZIONE ANAC SULLE LINEE GUIDA IN MATERIA DI WHISTLEBLOWING SUI CANALI INTERNI DI SEGNALAZIONE
DELITTO DI AUTORICICLAGGIO E CONDOTTA DISSIMULATORIA

La Sezione Seconda della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 44816 pubblicata il 6 dicembre 2024, ha ribadito che, in tema di autoriciclaggio, è configurabile la condotta dissimulatoria nel caso in cui, successivamente alla consumazione del delitto presupposto, il reinvestimento del profitto illecito in attività economiche, finanziarie o speculative sia attuato attraverso il mutamento dell’intestazione soggettiva del bene, in quanto la modifica della formale titolarità del profitto illecito è idonea ad ostacolare la sua ricerca, l’individuazione dell’origine illecita ed il successivo trasferimento.
LA MANCATA ISCRIZIONE ALLA «WHITE LIST» E’ MOTIVO DI ESCLUSIONE DALLA GARA

La Quinta Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 9664 depositata il 3 dicembre 2024, ha ricordato che l’art. 94, comma 2, d.lgs. n. 36/2023 prevede che è causa di esclusione dalla gara “la sussistenza, con riferimento ai soggetti indicati al comma 3, di ragioni di decadenza, di sospensione o di divieto previste dall’articolo 67 del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 o di un tentativo di infiltrazione mafiosa di cui all’articolo 84, comma 4, del medesimo codice. Resta fermo quanto previsto dagli articoli 88, comma 4-bis, e 92, commi 2 e 3, del codice di cui al decreto legislativo n. 159 del 2011, con riferimento rispettivamente alle comunicazioni antimafia e alle informazioni antimafia”.
IL REATO DI INTERMEDIAZIONE ILLECITA E SFRUTTAMENTO DEL LAVORO NON E’ CONFIGURABILE IN CASO DI PRESTAZIONE INTELLETTUALE

La Seconda Sezione della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43662 depositata il 28 novembre 2024, si è interrogata sulla possibilità di configurare il reato previsto e punito dall’art. 603-bis c.p. in relazione ai rapporti contrattuali ed al tipo di attività lavorativa “intellettuale” e ha ricordato che il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nasce in ambito agricolo e non può essere applicato al lavoro intellettuale.
DIA: PUBBLICATA LA RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ SVOLTA E SUOI RISULTATI CONSEGUITI NEL 2° SEMESTRE
INTERDITTIVA ANTIMAFIA E RICHIESTA DI CONTROLLO GIUDIZIARIO

La Sezione Sesta della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 42983, ha ribadito che, “in materia di misure di prevenzione, la richiesta di controllo giudiziario ex art. 34 bis del d.lgs. n. 159 del 2011, avanzata dall’impresa attinta da interdittiva antimafia, non può essere respinta per insussistenza del prerequisito del pericolo di infiltrazioni mafiose, già accertato dall’organo amministrativo, dovendosi preservare, in pendenza dell’impugnazione avverso la misura prefettizia, l’interesse della parte privata alla continuità dell’attività d’impresa attraverso la sospensione dell’efficacia dei divieti nei rapporti con la pubblica amministrazione e tra privati che discendono dall’interdittiva” (cfr. anche Cass., Sez. VI, n. 27704 del 09.06.2021, Società Cooperativa a.r.l. “Gli Angeli”, Riv. 281822 – 01).
UIF – QUADERNI DELL’ANTIRICICLAGGIO: PUBBLICATO IL QUADERNO N. 24 – LE MAFIE E LE IMPRESE

È stato pubblicato dall’UIF (Unità di informazione finanziaria per l’Italia) il Quaderno dell’antiriciclaggio n. 24 – Le Mafie e le imprese, che introduce un quadro concettuale per distinguere i diversi motivi di infiltrazione delle imprese legali da parte delle organizzazioni criminali e ne fornisce una validazione utilizzando le informazioni disponibili presso l’Unità di informazione finanziaria. In particolare, l’analisi si basa sui dati della mappatura sperimentale delle imprese operanti in Italia potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata, elaborata negli scorsi anni presso l’Unità. Nello studio si ipotizza che i motivi dell’infiltrazione criminale possano essere molto diversi tra loro.
DIRITTO TRIBUTARIO: LE SEZIONI UNITE SI PRONUNCIANO SU ANNULLAMENTO E SOSTITUZIONE DI ATTO VIZIATO CON UNO PEGGIORATIVO

Le Sezioni Unite Civili, con la sentenza n. 30051 depositata il 21 novembre 2024, al fine di risolvere il contrasto esistente nella giurisprudenza della Corte, si sono pronunciate sulla legittimità dell’autotutela sostitutiva differenziandola dall’accertamento integrativo e hanno chiarito che se non è trascorso il termine di decadenza per l’accertamento, l’Amministrazione può annullare per vizi formali e sostanziali l’atto impositivo ed emetterne uno nuovo più oneroso per il contribuente sulla base dei principi costituzionali che enfatizzano l’importanza della riscossione delle imposte per l’interesse pubblico.
CONFISCA DI PREVENZIONE: LA PROVA NUOVA QUALE PRESUPPOSTO DELLA REVOCAZIONE

La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 42582 depositata il 20 novembre 2024, ha affermato che i presupposti della revocazione della confisca di prevenzione sono stati chiaramente delineati dalle Sezioni Unite, che, con la sentenza Lo Duca (sent. n. 43668 del 26 maggio 2022), hanno affermato il seguente principio di diritto: “in tema di confisca di prevenzione, la prova nuova, rilevante ai fini della revocazione della misura ai sensi dell’art. 28, comma 2, D.L.vo 6 settembre 2011, n. 159, è sia quella sopravvenuta alla conclusione del procedimento di prevenzione, essendosi formata dopo di essa, sia quella preesistente ma incolpevolmente scoperta dopo che la misura è divenuta definitiva, mentre non lo è quella deducibile e non dedotta nell’ambito del suddetto procedimento, salvo che l’interessato dimostri l’impossibilità di tempestiva deduzione per forza maggiore”.