a cura di Rossella Ceccarini
Un nuovo strumento per tutelare la legalità nella moda: il 26 maggio 2025 è stato firmato, presso la Prefettura di Milano, il Protocollo d’intesa per la legalità nei contratti di appalto della filiera moda, con l’obiettivo di contrastare l’intermediazione illecita di manodopera, il caporalato ed ogni forma di irregolarità lungo la catena produttiva. L’intesa nasce a seguito di indagini svolte dalla Procura milanese che, dal 2024, hanno coinvolto quattro noti marchi del Made in Italy, portando in alcuni casi all’amministrazione giudiziaria ex art. 34 cod. antimafia. Le indagini della Procura, che hanno portato all’amministrazione giudiziaria per Alviero Martini, Armani, Dior e, da ultimo, Valentino, raccontano un sistema di sfruttamento radicato anche nel settore dell’alta moda: un modello di impresa orientato al puro profitto e basato su lavoro nero, condizioni degradanti e diritti sistematicamente violati.
Il documento, sottoscritto da istituzioni e parti sociali, si distingue per l’approccio innovativo e multilivello: dalla prevenzione alle misure premiali, passando per strumenti tecnologici avanzati e criteri di responsabilizzazione condivisa. L’accordo fa parte di una serie di iniziative anti-caporalato, che auspicabilmente saranno estese a tutto il territorio nazionale.
La Piattaforma di Filiera
Elemento cardine del Protocollo è la creazione di una Piattaforma di Filiera, un database nazionale accessibile su base volontaria alle imprese della moda. All’interno saranno raccolte informazioni dettagliate su aspetti contrattuali, fiscali, previdenziali, produttivi e di sicurezza sul lavoro. Il sistema, supportato da strumenti di intelligenza artificiale, rilascerà un Attestato di Trasparenza nel Settore Moda (il cosiddetto bollino verde) alle aziende in regola, che verranno così inserite in una Green List pubblica.
Un bollino che vale un contratto
Il Protocollo prevede che i Brand condizionino la validità dei contratti alla presenza del bollino verde da parte dei fornitori, estendendo questo requisito a tutta la catena di subappalti. Sarà responsabilità dei committenti svolgere audit a sorpresa ed adottare un monitoraggio risk-based, con obblighi rafforzati anche in fase di onboarding dei nuovi fornitori.
Premialità e standard europei
Tra le novità c’è anche l’introduzione di meccanismi di incentivo economico, in particolare da parte della Regione Lombardia, destinati alle imprese che rispettano gli standard della legalità e garantiscono la tenuta occupazionale. Il modello lombardo, ambizioso e replicabile, si pone in linea con le più recenti direttive europee in materia di sostenibilità e responsabilità d’impresa (CSRD e CSDDD).