Provvedimento di interdizione antimafia e rilevanza degli elementi a sostegno del rischio di contaminazione (anche in sentenze di assoluzione o in atti processuali relativi a soggetti terzi)

Provvedimento di interdizione antimafia e rilevanza degli elementi a sostegno del rischio di contaminazione (anche in sentenze di assoluzione o in atti processuali relativi a soggetti terzi)

La Terza Sezione del Consiglio di Stato, con sentenza n. 1142 depositata il 5 febbraio 2024, ha ricordato che l’informativa antimafia, ai sensi degli artt. 84, comma 4, e 91, comma 6, d.lgs. n. 159/2011, presuppone “concreti elementi da cui risulti che l’attività d’impresa possa, anche in modo indiretto, agevolare le attività criminose o esserne in qualche modo condizionata”.

L’interdittiva antimafia nei confronti del soggetto che cura gli affari di «famiglia»

L’interdittiva antimafia nei confronti del soggetto che cura gli affari di «famiglia»

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 1101 del 25.01.2024 depositata il 02.02.2024, nel respingere l’appello, si è espressa in materia di interdittiva antimafia e ha applicato il principio secondo cui, proprio quando dietro la singola realtà d’impresa vi è un nucleo familiare particolarmente compatto e coeso, è statisticamente più facile che coloro i quali sono apparentemente al di fuori delle singole realtà aziendali possano curarne (o continuare a curarne) la gestione o, comunque, interferire in quest’ultima facendo leva sui più stretti congiunti.

Credito sorto antecedentemente alla confisca preventiva e prova della buona fede del terzo nell’ammissione al passivo

Credito sorto antecedentemente alla confisca preventiva e prova della buona fede del terzo nell’ammissione al passivo

La Sesta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 4005 del 30.11.2023 depositata il 30.01.2024 ha enunciato il seguente principio di diritto: «In tema di ammissione allo stato passivo di un credito sorto anteriormente alla confisca di prevenzione non vi sono limiti probatori in ordine alla dimostrazione della buona fede del creditore, che pertanto, potrà essere riconosciuta anche sulla base di elementi indiziari ed in assenza della documentazione relativa alle verifiche concernenti le condizioni reddituali e patrimoniali del debitore al momento del finanziamento, ove la mancata conservazione di tali documenti sia giustificata dal notevole lasso temporale intercorso tra la chiusura del rapporto e la confisca di prevenzione».

Il reato di bancarotta fraudolenta impropria da reato societario

Il reato di bancarotta fraudolenta impropria da reato societario

La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 3197 del 13 settembre 2023 depositata il 26 gennaio 2024 ha richiamato i principi elaborati dalla giurisprudenza di legittimità in sede di interpretazione del disposto dell’art. 223, comma 2, n. 1), l. fall. con particolare riferimento alla fattispecie di causazione o di aggravamento del dissesto, determinata dalla condotta illecita di cui all’art. 2621 c.c., in tema di false comunicazioni sociali.

INFORMATIVA ANTIMAFIA: LA SUA FUNZIONE DI «FRONTIERA AVANZATA»

INFORMATIVA ANTIMAFIA: LA SUA FUNZIONE DI «FRONTIERA AVANZATA»

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 614 del 07.12.2023 depositata il 19.01.2024, richiamando una ormai consolidata giurisprudenza amministrativa (tra le tante, Cons. Stato, Sez. III, 16 giugno 2023, n. 5964; Cons. Stato, Sez. III, 22 maggio 2023, n. 5024; Cons. Stato, Sez. III, 27 dicembre 2019, n. 8882; Cons. Stato, Sez. III, 5 settembre 2019, n. 6105; Cons. Stato, Sez. III, 20 febbraio 2019, n. 1182), ha affermato che l’informativa antimafia implica una valutazione discrezionale da parte dell’autorità prefettizia in ordine al pericolo di infiltrazione mafiosa, capace di condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa.

ddl 808

ddl 808

Disegno di legge di iniziativa governativa in materia di “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare”: abrogazione dell’abuso d’ufficio e ridimensionamento del reato di traffico d’influenze

Crisi d’impresa: regime procedurale del cram-down fiscale

Crisi d’impresa: regime procedurale del cram-down fiscale

La Sezione Prima della Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1033 depositata il 10.01.2024, ha affermato il seguente principio di diritto: “L’istituto del c.d. cram-down fiscale disciplinato nell’art. 180, comma 4, l. fall. non dà luogo ad un tertium genus di giudizio di omologazione del concordato preventivo, ma segue il regime procedurale ordinario, che contempla il reclamo ex art. 183 l. fall. (art. 180, comma 4, l. fall.) ovvero quello semplificato, che ne esclude la proponibilità (art. 180, comma 3, l. fall.), a seconda che siano proposte o meno opposizioni”.

Interdittiva antimafia ed esclusione dell’escussione della garanzia

Interdittiva antimafia ed esclusione dell’escussione della garanzia

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 392 depositata in data 12 gennaio 2024, nel respingere l’appello, ha affermato che l’art. 103 d.lgs. n. 50/2016 (Codice dei contratti pubblici) impone che sussistano due condizioni al ricorrere delle quali la stazione appaltante è legittimata a riscuotere la cauzione definitiva: che vi sia un inadempimento contrattuale imputabile all’aggiudicatario e che risulti, allo stesso tempo, pregiudizievole per l’Amministrazione.

Pericolo di infiltrazione mafiosa ed interdittiva antimafia

Pericolo di infiltrazione mafiosa ed interdittiva antimafia

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 142 pubblicata il 4 gennaio 2024 ha ribadito che: “il pericolo di infiltrazione mafiosa deve essere valutato secondo un ragionamento induttivo, di tipo probabilistico, che non richiede di attingere un livello di certezza oltre ogni ragionevole dubbio, tipica dell’accertamento finalizzato ad affermare la responsabilità penale, e quindi fondato su prove, ma che implica una prognosi assistita da un attendibile grado di verosimiglianza, sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti, sì da far ritenere ‘più probabile che non’, appunto, il pericolo di infiltrazione mafiosa (v., per tutte, Cons. Stato, sez. III, 30 gennaio 2019, n. 758; Cons. Stato, sez. III, 3 maggio 2016, n. 1743)”.

Confisca disposta nei confronti dell’ente responsabile di un illecito amministrativo dipendente da reato e prescrizione

La Prima Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 50729 del 20 ottobre 2023 (depositata il 19 dicembre 2023), ha annullato senza rinvio un’ordinanza della Corte d’Appello di Reggio Calabria ricordando che la confisca di cui all’art. 19 d.lgs. n. 231/2001, quale sanzione dell’illecito amministrativo dipendente dal reato, è certamente assoggettata al regime di prescrizione delineato dall’art. 22 dello stesso decreto. La giurisprudenza della medesima Corte ha già precisato infatti che tale termine riguarda tanto l’illecito, che non può più essere perseguito decorsi cinque anni dalla consumazione del reato presupposto, quanto la sanzione amministrativa definitivamente irrogata, che dovrà essere riscossa o altrimenti eseguita, a pena di estinzione, entro il termine di cinque anni dal passaggio in giudicato della sentenza pronunciata a carico della persona giuridica; fatti salvi, per la sanzione, gli effetti di eventuali cause interruttive rilevanti a norma del codice civile (Cass. pen., Sez. I, 5 maggio 2021, n. 31854).

Esclusione dalla gara dell’operatore economico e provvedimenti interdittivi

Esclusione dalla gara dell’operatore economico e provvedimenti interdittivi

La Terza Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 10994 del 14.12.2023 depositata in data 19.12.2023, ha affermato che l’art. 80, comma 5, lettera f), del Codice dei contratti pubblici prevede, quale causa di esclusione, l’ipotesi in cui «l’operatore economico sia stato soggetto alla sanzione interdittiva di cui all’articolo 9, comma 2, lettera c) del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 o ad altra sanzione che comporta il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione, compresi i provvedimenti interdittivi di cui all’articolo 14 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81».

La promessa di pagare l’imposta evasa in base alle dovute proporzioni incide su sequestro e confisca

La promessa di pagare l’imposta evasa in base alle dovute proporzioni incide su sequestro e confisca

La Sezione Seconda Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 50037 del 14.11.2023 depositata il 15.12.2023, nel rigettare il ricorso si è uniformata correttamente al principio di diritto secondo il quale, in tema di reati tributari, la disposizione di cui all’art.12-bis, comma 2, d.lgs. n. 74/2000, introdotta dal d.lgs. n. 158/2015, secondo cui la confisca diretta o di valore dei beni costituenti profitto o prezzo del reato «non opera per la parte che il contribuente si impegna a versare all’erario anche in presenza di sequestro»,

Sequestro di prevenzione e crediti dei terzi: la certezza non deriva de plano dai bilanci

Sequestro di prevenzione e crediti dei terzi: la certezza non deriva de plano dai bilanci

La Sezione Seconda Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 48452 del 13.10.2023 depositata il 05.12.2023, nel rigettare il ricorso ha rammentato che la norma dell’art. 52 d.lgs. n. 159/2011, intitolata “Diritti dei terzi”, al primo comma fissa il principio generale secondo cui “la confisca non pregiudica i diritti di credito dei terzi che risultano da atti aventi data certa anteriore al sequestro, nonché i diritti reali di garanzia costituiti in epoca anteriore al sequestro, ove ricorrano le seguenti condizioni”.

Il revisore contabile: false comunicazioni sociali e bancarotta societaria

Il revisore contabile: false comunicazioni sociali e bancarotta societaria

La Sezione Quinta della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 47900 depositata il 30.11.2023, ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello di Milano assolvendo il revisore contabile dal reato di concorso nel delitto di bancarotta impropria da reato societario enunciando il seguente principio di diritto: «La fattispecie del falso nelle relazioni dei revisori non ha attinenza né con l’art. 2621 c.c. né con l’art. 223 comma secondo, n. 1, L.F. e, per tale ragione, non può ex se rappresentare una modalità di concorso nei ridetti reati propri, pena la torsione dei principi di legalità e di tipicità».

Annullato il decreto di sequestro preventivo del G.I.P. se nel provvedimento non vi è riferimento al periculum in mora

Annullato il decreto di sequestro preventivo del G.I.P. se nel provvedimento non vi è riferimento al periculum in mora

La Terza Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza numero 47202/2023, depositata il 24/11/2023 (udienza camerale 10/11/2023), pronunciandosi in sede cautelare reale su una fattispecie di omesso versamento delle ritenute certificate (art. 10-bis d.lgs. n.74/2000), ha ritenuto non adeguatamente motivato il decreto di sequestro preventivo del G.I.P. perché carente quanto alla motivazione sul requisito del periculum in mora.