Bancarotta fraudolenta patrimoniale: rilevanza delle operazioni tra società infragruppo

Bancarotta fraudolenta patrimoniale: rilevanza delle operazioni tra società infragruppo

La Prima Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7530 depositata il 25 febbraio 2025, intervenendo in tema di bancarotta fraudolenta patrimoniale, ha affermato che è configurabile un “gruppo di imprese” – rilevante ai fini dell’ipotizzabilità di eventuali “vantaggi compensativi” – anche tra enti che abbiano differente natura giuridica (società ed associazioni senza fini di lucro), purché tra loro si instauri un rapporto di direzione nonché di coordinamento e controllo delle rispettive attività facente capo al soggetto giuridico controllante (v. anche Cass. pen., Sez. V, 6 marzo 2018, n. 31997).

Prevenzione antimafia e contraddittorio

Prevenzione antimafia e contraddittorio

La Terza Sezione del Consiglio di Stato, con sentenza n. 1709 depositata il 27.02.2025, respingendo l’appello proposto, ha affermato che il tema del contraddittorio in relazione alla materia della prevenzione antimafia è stato recentemente rivisto dalla giurisprudenza amministrativa alla luce della recente modifica dell’art. 92-bis d.lgs. n. 159/2011 ad opera dall’art. 48, comma 1, lett. a), d.l. 6 novembre 2021, n. 152, secondo cui il Prefetto, qualora ritenga sussistenti i presupposti per l’adozione dell’informazione antimafia ovvero qualora debba procedere all’applicazione delle misure di prevenzione collaborativa, ha l’obbligo di darne comunicazione all’interessato, salvo che ricorrano “particolari esigenze di celerità del procedimento”.

Presupposti per il legittimo esercizio del potere interdittivo

Presupposti per il legittimo esercizio del potere interdittivo

La Terza Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1610 depositata il 25 febbraio 2025, ha accolto in parte l’appello proposto avverso la sentenza del TAR per la Liguria che aveva respinto la richiesta di annullamento del provvedimento interdittivo emesso dal Prefetto della Provincia di Genova, affrontando la questione …

Controllo giudiziario volontario e recupero dell’impresa

Controllo giudiziario volontario e recupero dell’impresa

La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7090 pubblicata il 20 febbraio 2025, ha affermato i seguenti principi di diritto: “in tema di misure di prevenzione, quando sia formulata richiesta di controllo giudiziario ai sensi dell’art. 34 bis, comma 6, del d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159, il giudice non può limitarsi a prendere atto dell’informazione antimafia interdittiva e della pendenza del giudizio amministrativo avverso la stessa …

L’assenza di adeguati assetti organizzativi, contabili e amministrativi è più grave quando la società non si trova in crisi

L’assenza di adeguati assetti organizzativi, contabili e amministrativi è più grave quando la società non si trova in crisi

La questione sottoposta al vaglio del Tribunale di Catanzaro – Sezione specializzata in materia di impresa riguarda un ricorso ex art. 2409 c.c., depositato da (…) in qualità di socio con una quota pari al 20% del capitale sociale della società (…) s.r.l., con il quale veniva denunciato il compimento da parte dell’amministratore di gravi irregolarità nella gestione idonee ad arrecare danno alla società e veniva chiesto al Tribunale di Catanzaro …

Validità temporanea della documentazione antimafia

Validità temporanea della documentazione antimafia

La Prima Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5514 dell’11 dicembre 2024 pubblicata l’11 febbraio 2025, ha affermato che l’art. 84 d.lgs. n. 159/2011 non disciplina il provvedimento amministrativo del Prefetto né lo tipizza, ma contiene solo la definizione della documentazione antimafia.

Incostituzionale, perché sproporzionata, la confisca obbligatoria dei beni utilizzati per commettere reati societari (art. 2641 c.c.)

Incostituzionale, perché sproporzionata, la confisca obbligatoria dei beni utilizzati per commettere reati societari (art. 2641 c.c.)

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 7 depositata il 4 febbraio 2025, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 2641, comma 2, c.c. nella parte in cui prevede la confisca obbligatoria di una somma di denaro o beni di valore equivalente a quelli utilizzati per commettere il reato e, in via consequenziale, ai sensi dell’art. 27 l. 11 marzo 1953, n. 87, l’illegittimità costituzionale dell’art. 2641, comma 1, c.c., limitatamente alle parole “e dei beni utilizzati per commetterlo”.

Indeterminatezza del capo d’imputazione e responsabilità ex d.lgs. n. 231/01

Indeterminatezza del capo d’imputazione e responsabilità ex d.lgs. n. 231/01

Con l’ordinanza depositata il 16 ottobre 2024, il Tribunale di Biella ha accolto l’eccezione di nullità sollevata dalla difesa e ha dichiarato la nullità del decreto di citazione a giudizio in un procedimento per reati connessi alla responsabilità amministrativa degli enti ex d.lgs. n. 231/01, evidenziando profili fondamentali in relazione all’indeterminatezza del capo d’imputazione ed alla prova della colpa di organizzazione.

Doveri del debitore nelle procedure di crisi: “atti di frode” e violazione del dovere di buona fede e correttezza “durante i procedimenti”

Doveri del debitore nelle procedure di crisi: “atti di frode” e violazione del dovere di buona fede e correttezza “durante i procedimenti”

La Sezione Quinta del Tribunale di Firenze, con la sentenza emessa in data 8 gennaio 2025, ha omologato il concordato preventivo proposto da una società escludendo la commissione, da parte dell’amministratore, di “atti di frode” secondo il disposto dell’art. 106 CCII, seppur rilevanti sotto il diverso profilo del dovere di correttezza e buona fede stabilito dall’art. 4 CCII.

Condanna per traffico illecito di rifiuti e misure di prevenzione

Condanna per traffico illecito di rifiuti e misure di prevenzione

La Sesta Sezione del Consiglio di Stato, con sentenza n. 404 depositata il 21 gennaio 2025, ha affermato che, stante il tenore testuale dell’art. 67, comma 8, d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159, gli effetti interdittivi propri delle misure di prevenzione sono fatti discendere in via automatica dalla presenza di condanne definitive o non definitive, purché confermate in grado di appello, per i delitti di cui all’art. 51, comma 3-bis, c.p.p. I reati indicati da tale articolo sono considerati dal legislatore quali aventi una specifica valenza nel contrasto alla criminalità organizzata in quanto, per tali reati, si attribuiscono le funzioni di pubblico ministero ai magistrati addetti alla direzione distrettuale antimafia.

Crisi d’impresa: inibitoria alle banche della segnalazione alla Centrale Rischi ed al CRIF

Crisi d’impresa: inibitoria alle banche della segnalazione alla Centrale Rischi ed al CRIF

TRIBUNALE DI CROTONE, Sezione Civile, Ufficio esecuzioni e procedure concorsuali, ordinanza del 04.01.2025. Il Tribunale di Crotone, con l’ordinanza emessa il 4 gennaio 2025, ha accolto la richiesta del ricorrente che, con ricorso ex artt. 18 e 19 C.C.I.I., aveva chiesto di confermare le misure protettive di legge e di adottare la misura cautelare consistente nell’inibitoria all’istituto di credito della facoltà di segnalazione a sofferenza alla Centrale Rischi od al CRIF della posizione della medesima ricorrente, la quale aveva omesso il versamento di una rata semestrale del mutuo a suo tempo ottenuto.

D.lgs. n. 50/2016 e misure di «self cleaning»

D.lgs. n. 50/2016 e misure di «self cleaning»

CONSIGLIO DI STATO, Sezione V, sentenza n. 167 del 26.09.2024 depositata il 13.01.2025

La Quinta Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 167 depositata il 13 gennaio 2025, è intervenuta sulla rilevanza temporale delle misure di self cleaning nel vigore del d.lgs. n. 50/2016.