La Terza Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22082 depositata il 12 giugno 2025, ha cassato senza rinvio la decisione dei giudici di merito stabilendo che anche sulla s.r.l. unipersonale possono gravare le sanzioni pecuniarie previste dal d.lgs. n. 231/2001.
Vendita di armi ai minori: proposta di legge per introdurre sanzioni nel codice penale e nel d.lgs. n. 231/2001
Misure di prevenzione patrimoniali e diritti dei terzi: si esprimono le Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, Sezione Quinta, con ordinanza 3 dicembre 2024, n. 47294, ha rimesso alle Sezioni Unite la risoluzione del quesito così formulato: «Se, in tema di misure di prevenzione patrimoniali, l’art. 52, comma l, d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159 – in forza del quale la confisca non pregiudica i diritti di credito dei terzi derivanti da atti aventi data certa anteriore al sequestro – debba essere interpretato nel senso che, ai fini dell’ammissione allo stato passivo del credito del terzo derivante da fatto illecito commesso dal proposto, il relativo diritto debba essere sorto antecedentemente all’applicazione della misura cautelare, anche se accertato e liquidato in un momento successivo, ovvero nel senso che debba essere anteriore al sequestro anche l’accertamento giudiziale del credito».
Responsabilità 231: rilevante il rapporto tra autore del reato ed ente

La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19096 depositata il 22 maggio 2025, ha chiarito che, al fine della configurabilità della responsabilità amministrativa dell’ente ai sensi del d.lgs. n. 231/2001, oltre al compimento del reato nell’interesse od a vantaggio dell’ente, si richiede l’ulteriore elemento del rapporto qualificato tra l’autore del reato presupposto e l’ente.
Controllo giudiziario e misure amministrative di prevenzione collaborativa
Confisca di prevenzione avente ad oggetto beni ritenuti fittiziamente intestati ad un terzo: informazione provvisoria delle Sezioni Unite

Le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno posto fine ad un contrasto giurisprudenziale negando al terzo la possibilità di contestare i presupposti per l’applicazione della misura della confisca di prevenzione, quali la condizione di pericolosità, la sproporzione fra il valore del bene confiscato ed il reddito dichiarato, la provenienza del bene stesso.
Indebita percezione di riduzioni dei contributi previdenziali: si pronunciano le Sezioni Unite

Le Sezioni Unite Penali della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11969 pubblicata il 26.03.2025, hanno affrontato le seguenti questioni: a) “se nell’ambito applicativo del reato di cui all’art. 316-ter c.p., rientri l’indebito conseguimento della riduzione dei contributi previdenziali dovuti ai lavoratori in mobilità assunti dall’impresa, per effetto della mancata comunicazione, da parte di quest’ultima, dell’esistenza di una condizione ostativa prevista dalla legge (art. 8, l. 23 luglio 1991, n. 223 e successive modifiche)”; b) “se, in caso di reiterate percezioni periodiche di contributi erogati dallo Stato, il reato di cui all’art. 316-ter c.p. debba considerarsi unitario, con la conseguenza che la relativa consumazione cessa con la percezione dell’ultimo contributo, ovvero se, in tali casi, sussistano plurimi reati corrispondenti a ciascuna percezione”.
Confisca definitiva dell’immobile e bilanciamento degli interessi degli occupanti
Responsabilità ex d.lgs. n. 231/2001: società unipersonali e conflitto d’interessi tra rappresentate legale e società
Reato plurisoggettivo: entità del profitto confiscabile nei confronti dei singoli concorrenti

La Terza Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9973 depositata il 12 marzo 2025, ha affrontato la questione (di diritto) relativa all’entità del profitto confiscabile nei confronti dei singoli concorrenti nel reato (necessariamente o eventualmente) plurisoggettivo, che è stata oggetto di contrasto nella giurisprudenza di legittimità.
Collegi sindacali: approvato all’unanimità il d.d.l. S.1155 contenente i limiti alla responsabilità dei sindaci
Riciclaggio: configurabile il reato anche in assenza di operazioni di trasformazione o alterazione della consistenza dell’oggetto materiale

La Seconda Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9470 depositata il 7 marzo 2025, ha ricordato che la giurisprudenza di legittimità ha ammesso la configurabilità dell’ipotesi di cui all’art. 648-bis c.p. pur in assenza di operazioni di trasformazione o alterazione della consistenza dell’oggetto materiale del reato.
Bancarotta fraudolenta patrimoniale: rilevanza delle operazioni tra società infragruppo

La Prima Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7530 depositata il 25 febbraio 2025, intervenendo in tema di bancarotta fraudolenta patrimoniale, ha affermato che è configurabile un “gruppo di imprese” – rilevante ai fini dell’ipotizzabilità di eventuali “vantaggi compensativi” – anche tra enti che abbiano differente natura giuridica (società ed associazioni senza fini di lucro), purché tra loro si instauri un rapporto di direzione nonché di coordinamento e controllo delle rispettive attività facente capo al soggetto giuridico controllante (v. anche Cass. pen., Sez. V, 6 marzo 2018, n. 31997).
Prevenzione antimafia e contraddittorio

La Terza Sezione del Consiglio di Stato, con sentenza n. 1709 depositata il 27.02.2025, respingendo l’appello proposto, ha affermato che il tema del contraddittorio in relazione alla materia della prevenzione antimafia è stato recentemente rivisto dalla giurisprudenza amministrativa alla luce della recente modifica dell’art. 92-bis d.lgs. n. 159/2011 ad opera dall’art. 48, comma 1, lett. a), d.l. 6 novembre 2021, n. 152, secondo cui il Prefetto, qualora ritenga sussistenti i presupposti per l’adozione dell’informazione antimafia ovvero qualora debba procedere all’applicazione delle misure di prevenzione collaborativa, ha l’obbligo di darne comunicazione all’interessato, salvo che ricorrano “particolari esigenze di celerità del procedimento”.
Presupposti per il legittimo esercizio del potere interdittivo

La Terza Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1610 depositata il 25 febbraio 2025, ha accolto in parte l’appello proposto avverso la sentenza del TAR per la Liguria che aveva respinto la richiesta di annullamento del provvedimento interdittivo emesso dal Prefetto della Provincia di Genova, affrontando la questione …
Controllo giudiziario volontario e recupero dell’impresa

La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7090 pubblicata il 20 febbraio 2025, ha affermato i seguenti principi di diritto: “in tema di misure di prevenzione, quando sia formulata richiesta di controllo giudiziario ai sensi dell’art. 34 bis, comma 6, del d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159, il giudice non può limitarsi a prendere atto dell’informazione antimafia interdittiva e della pendenza del giudizio amministrativo avverso la stessa …